Nox ad portas!

Venerdì 28 maggio si terrà finalmente la Notte nazionale dei Licei Classici, cui l’Augusto, come ormai da anni, darà il suo innovativo ed originale contributo. Una presentazione generale dell’evento, con una riflessione sulla sua importanza e attualità, è stata già fornita su questo giornale in un articolo che trovate al link: https://www.liceoaugustoroma.edu.it/augustus/notte-nazionale-del-liceo-classico/

Oggi, a pochi giorni dalla Notte, pubblichiamo alcune brevi interviste fatte agli Augustei che hanno partecipato, così da sentire direttamente le voci di chi si è impegnato e ha profuso le proprie energie nella realizzazione della festa.

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Cominciamo da Flavio Rufini e Syria Stella, del IVD, che hanno prestato le loro voci ai versi del “Purgatorio” per il Dantedì.

Domanda: “Che versi avete scelto di leggere dall’ottavo canto, e perché?”

Risposta di S.: “Io ho scelto la prima terzina, con quel celebre “Era già l’ora che volge il disio”, che trovo bellissimo: riesce ad esprimere a pieno la dolorosa nostalgia di chi è lontano, triste ma al contempo dolce. Del resto, ci sono molti passi in cui Dante convoglia una tale forza poetica, specie nel “Purgatorio”, che, almeno per me, è la cantica più bella: soave ma anche solenne, immersa nell’atmosfera calma di un luogo sospeso tra cielo e terra, risuonante dei canti corali dei purganti”.

Risposta di F.: “Io invece ho scelto la terzina che di solito desta molto scandalo nei lettori odierni: quella, cioè, in cui Dante dimostra di essere un uomo del proprio tempo, e fa pronunciare a Nino Visconti delle frasi purtroppo misogine. Come ho spiegato nel video, questo non vuol dire che Dante fosse sprezzante nei confronti del genere femminile: a testimoniarlo bastano tutte quelle donne che popolano le 3 cantiche, da Beatrice a Piccarda! Purtroppo nessuno è esente dai vizi del proprio tempo, ma questo non vuol dire che, pur condannando senz’altro il messaggio sbagliato delle sue parole, bisogni farne una colpa propria di Dante. Quindi il mio intento era al contempo di condannare una mentalità maschilista profondamente radicata al tempo di Dante, ma anche di mostrare come il Sommo Poeta sappia elevarsi sopra queste idee sbagliate e produrre opere di bellezza eterna, fruibili da noi tutti ancora oggi”.

E finiamo con Jacopo Graglia, che ha letto per noi alcuni brani del racconto di Chiara Iaccarino, vincitrice di un premio indetto dall’Università di Siena.

D.: “Tu, Jacopo, pur non avendo partecipato direttamente al concorso, hai comunque avuto modo di leggere alcuni dei testi e, in particolare, hai deciso di prestare la tua voce a quello di Chiara. Cosa ti ha colpito del suo racconto?”

R.: “Be’, anzitutto la trama, per quanto riguarda la dimensione prettamente narrativa: la prima volta che l’ho letto ero talmente catturato dalla trama che sono arrivato alla fine tutto d’un fiato, senza neppure accorgermene. Poi, credo che la scrittura di Chiara abbia davvero qualità letterarie non indifferenti. A me piacciono molto Pirandello e Kafka, e penso che nel suo racconto possa vedersi qualcosa di ciascuno dei due. Ma, soprattutto, la dimensione a metà tra l’onirico e il favolistico, venato com’è di tinte gotiche e distopiche, mi ricorda delle favole di Luigi Capuana. Mi pare assai ingegnosa, infine, la trovata dell’epistola come sfondo narratologico della vicenda: spesso chi mette mano a racconti utopici, fantastici etc. rischia di cadere in stereotipi bolsi e già sentiti, che generano nel lettore una sensazione di sazietà e stanchezza, persino un po’ di imbarazzo talvolta, almeno per quanto mi riguarda. Per fortuna, col racconto di Chiara non è così; e spero che anche dalla mia lettura si possa trarre qualche spunto per l’interpretazione del brano”.

Questi, ovviamente, sono solo alcuni dei progetti che domani gli Augustei presenteranno in diretta streaming: non perdeteveli!

Autore

Redazione Augustus

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