L’attimo fuggente è un film diretto da Peter Weir, con protagonista Robin Williams nel ruolo di John Keating, professore di letteratura in un collegio maschile di Welton in Vermont, nel 1959.
Il suo metodo di insegnamento viene molto apprezzato dai suoi studenti, tutti rampolli di famiglie agiate costantemente messi sotto pressione dai genitori che li vogliono primi della classe solo per assicurarsi che, in futuro, ottengano un lavoro degno della loro provenienza sociale. John Keating è però tanto amato dagli studenti quanto inviso al preside del collegio e ad altri docenti, scandalizzati dalle sue lezioni creative e anticonformiste, in cui il rivoluzionario professore invita gli alunni a strappare le pagine dei libri di testo, a inseguire le proprie passioni e non rinunciare ai propri sogni, tenendo fede al celebre motto “Carpe Diem”, cogli l’attimo. John Keating insegnerà alla sua classe l’importanza della vita, di fare oggi quello che un domani potresti non avere la possibilità di fare e di cogliere le opportunità al volo, senza mai cambiare per le critiche o per l’opinione negativa delle altre persone.
I suoi alunni riformeranno la mitica setta dei poeti di cui il professore stesso aveva fatto parte anni prima, un gruppo che si riunisce di nascosto recitando poesie. Non sempre però, gli insegnamenti del loro professore prediletto saranno d’aiuto ai suoi protetti, e porteranno invece a gravi conseguenze. Questo è il tragico caso di Neil Perry, che per perseguire una carriera da attore si ribella al padre che lo vuole medico, e che incapace di accettare il futuro imposto dai suoi genitori si suiciderà con un colpo di pistola. In una società dove i genitori decidono il futuro dei figli senza dargli opportunità di opporsi, un professore che rema controcorrente e insegna ai suoi alunni a cogliere la vita, viene ostracizzato e biasimato. John Keating sarà ingiustamente incolpato e licenziato, e prima di andarsene riceverà tutti i ringraziamenti e gli apprezzamenti dei suoi studenti, che saliranno sui banchi ripetendo la frase “O Capitano, mio Capitano” e lui a sua volta, commosso, li ringrazierà sorridendo.
Il film nel 1990 otterrà il Premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale a Tom Shulman, la nomination per il miglior film a Steven Haft, Paul Junger, Witt e Tony Thomas, per la migliore regia a Peter Weir e per il miglior attore protagonista a Robin Williams e il Golden Globe con la nomination per il migliore film drammatico, migliore regia a Peter Weir, miglior attore in un film drammatico a Robin Williams e migliore sceneggiatura a Tom Shulman.