Cotidia

In questa città non ci puoi capitare per caso. Era una città importante, a suo tempo, anche se un po’ fuori mano, non ben collegata, perciò se ci passi è perché volevi essere lì. A prima vista sembra una città come tutte le altre, magari ora un po’ più povera di abitanti, ma comunque ogni mattina, pomeriggio e sera, sembra una come tante. E probabilmente lo sarebbe se non fosse per i suoi abitanti. Abitanti normalissimi, sembrerebbe, come tutti gli altri: come tutti gli altri, evitano la piazza principale, troppo impegnati a considerare sé stessi il punto principale; come tutti gli altri attaccano alle otto e staccano alle otto, per potersi permettere “una tantum” quella cena fuori alla quale arriveranno in ritardo perché:”Scusa, stavo lavorando.”; come tutti gli altri si occupano poco de loro figli, che saranno costretti a occupare le piazze per occuparsi di sé stessi; come tutti gli altri, ogni fascia oraria corrisponde una fascia d’età: gli anziani rientrano alle sei, i bambini vivaci escono alle sei e rientrano alle otto, gli adulti in carriera escono alle otto e tornano alle undici, i giovani sfaccendati, normalmente, escono alle undici, a volte per non fare più ritorno. Ma c’è una cosa particolare, non”come tutti gli altri”, che hanno questi abitanti: sono sempre meno. Tutti vogliono scappare da questa normalissima città e quelli che non lo fanno provano a cambiarla, e infatti Cotidia non è più la stessa. Abitanti come tutti gli altri, di una normale città, preferiscono cambiare, l’anormalità, perché la normalità, alla lunga, opprime.

(Ispirata a Macerata)

Autore

Eleonora Bosco

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