Scrivo quam brevissime queste parole ad inaugurare la rinascita dell’Augustus – compito semplice, del resto, dacché il merito va piuttosto a quanti gli daranno vita coi loro contributi.
Esso viene a colmare un vuoto da molti sentito: quello d’uno spazio comune, che dia voce ad ogni studente, che riallacci i legami della conversazione e del dialogo, sin troppo fiaccati in questi giorni; e getti al contempo un ponte verso il passato, unendo nell’impegno della scrittura generazioni intere di Augustei.
“No man is an island”, e solo il confronto può garantire il comune progresso nella collaborazione di tutti. Chiunque aspiri alla discussione sui più varî temi, troverà nel giornalino un luogo adatto.
Un giornalino non già simile al Farinata di Dante, che “non muta aspetto, quasi sdegnoso”; ma che accolga in sé tutto ciò che vale la pena d’esser detto. E se fossero quisquilie ed inezie? Tanto meglio: “soprattutto se lo scherzo conduce ad opere serie”, come suggeriva Erasmo da Rotterdam.
Non posso dunque che auspicare a noi tutti una feconda concordia discors, nella speranza che presto torneremo a scorrazzare per Via Adria e Via Gela.